Non è facile stupire il maestro: lo hanno fatto i suoi compaesani per la loro incredulità, quando siamo andati a Nazaret.

Oggi però è una meraviglia in positivo, per le parole che il centurione gli ha fatto pervenire tramite i suoi intermediari: era in angoscia per il servo moribondo, eppure non si riteneva degno di andare di persona da Gesù. Saputo poi che era il maestro a venire da lui, gli ha mandato una nuova ambasciata, manifestandogli la sua fede nella potenza della parola divina: se già la parola umana che egli rivolgeva ai subalterni metteva in atto le sue indicazioni, quanto più avrebbe operato anche a distanza una breve espressione pronunciata da colui che egli riteneva Signore datore di vita?

Così quel brav’uomo pagano ha visto il servo guarito e la sua frase diventare liturgia.