Succede proprio così. Non possiamo dire di non vedere nulla, cioè che la nostra fede non sia sostenuta effettivamente dalla concretezza con cui la gloria di Dio molte volte si manifesta. Ma poi sfugge e ciò che un attimo prima ci è apparso, poi sembra scomparso, l’oggetto della nostra contemplazione, che sembrava così a portata di mano continuiamo a vederlo, ma da lontano. E i contorni si sfumano e la certezza vacilla. E lo scoraggiamento sta dietro l’angolo a dirci che è stato un miraggio. Che il bene che Dio ci ha donato era soltanto un’illusione a cui abbiamo voluto credere senza averne alcuna conferma.
Ma saremmo disonesti. Perché noi abbiamo visto, abbiamo contemplato e torneremo a vedere, a contemplare. Quando la paura lascerà il posto alla fiducia e la pretesa alla riconoscenza.