Sono stato io a tirare in ballo i numeri: poiché gli scribi dicono di perdonare fino a tre volte, ho voluto mostrarmi generoso e sono arrivato fino a sette.

Ma quando Gesù ha risposto con settanta volte sette e poi ha parlato di diecimila talenti, ho cominciato a capire che quando si tratta di perdono non devo fare calcoli: il conto scompare nell’infinito della misericordia di Dio.

Penso che il maestro voglia dire: «Pietro, passa da creditore a debitore! Senti di dovere al Padre la figliolanza ritrovata, al tuo avversario la pacificazione, a chi sbaglia la correzione, a chi ti offende il condono!

Lo so che a volte è molto difficile, ma non temere: chiedi allo Spirito santo di farti respirare in novità di vita, nella giustizia superiore di chi ama perché sa di essere amato e prima e di più».