Te la sei cercata, ed eccoci qui in due a guardare le nostre rovine: io mattoni, tegole e suppellettili sparpagliate, tu la tua vita sgangherata.

Eppure ti avevo avvertito: datti da fare, non essere superficiale, impegnati nelle tue responsabilità, anche se richiede costanza e sacrificio. Invece giocavi al minimo, appagato dalle apparenze, dalle belle parole senza che seguissero i fatti: già, perché tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, dove navigano presunzione, accidia, faciloneria. Eri come i concittadini di Geremia che agivano secondo i loro comodi egoistici e poi andavano al tempio dicendo: «Siamo salvi!».

Ma Dio e la vita li aspettavano al varco, e sai come sono finiti. Comunque c’è sempre modo di ravvedersi: questa volta scava in profondità, altrimenti ti scaverai la fossa.