Questa semplice regola non richiede grandi sforzi di memoria. Già nel Levitico si trovava in modo simile: «non fare ciò che non vuoi venga fatto a te». Simile, appunto…

La differenza, in realtà, è sostanziale: impone un agire per il bene dell’altro che è più faticoso del non agire per il suo male. Papa Francesco dice spesso: «Bene è non fare il male, male è non fare il bene». Nella preghiera di richiesta di perdono, che inizia Confesso a Dio onnipotente, i peccati elencati sono quelli di pensieri, parole, opere ed omissioni, ma noi, troppo spesso, ci dimentichiamo che è peccato anche non fare il bene che si potrebbe.

Nella nostra società così incline all’indifferenza dovremmo tornare a ricordare che il voltarsi dall’altra parte ci rende complici e peccatori davanti agli uomini e davanti a Dio.