Siamo spesso tentati di guardare a noi stessi, mettendo in evidenza solo quello che non va, quello che non ci piace, che vorremmo cambiare: i nostri limiti, le nostre fragilità, tutti quegli aspetti che per noi sono motivo di non essere amati.

Il Signore invece ama ogni uomo proprio attraverso quel limite, quella fragilità; ci vede con occhi di Padre, con uno sguardo d’amore che noi non riusciamo a rivolgere a noi stessi. L’agire di Dio non è l’agire di chi premia un buon comportamento, ma di chi si fa accanto all’uomo che soffre e lo salva, liberandolo da ciò che lo opprime e facendolo diventare più uomo e più figlio.

Per essere liberati è necessario lasciarci toc- care, lasciare che questo Dio amorevole ponga fine alla schiavitù trasformandoci: siamo pronti a questo passaggio?