La lotta tra la vita e la morte che la parola oggi ci consegna possiamo declinarla nelle molteplici espressioni che la vita di fede sa esprimere. È l’intera famiglia umana che oggi si rivela in tutta la sua povertà e fragilità ed è proprio perché consapevole del proprio limite che apre il cuore e persevera nell’affidamento a colui che è buono e misericordioso.
Nel pianto di Davide per la morte del figlio Assalonne, nel tocco audace della donna, nell’insistenza del capo della sinagoga ci sentiamo un po’ tutti rappresentati: un’intera umanità che crede nella forza del grido insistente rivolto alla tenerezza del Padre di tutti, che conosce i suoi figli e sa dispensare a ciascuno la possibilità di ritrovare, dopo e dentro la morte, la gioia della vita nuova.