Non possiamo meritare l’amore di Dio, non possiamo pagare per ottenere il perdono dei peccati.

Oggi, come con Matteo, il Signore ci invita ad alzarci dal banco di una vita fondata, anche nell’esperienza di fede, sul calcolo e sull’interesse, per seguirlo in un’esperienza di gratuità ricevuta e condivisa. Il sacrificio, che per Israele era il luogo dell’incontro con Dio, si era trasformato in una forma di scambio commerciale con Dio. Gesù con la sua morte rivelerà la vera forma del sacrificio, quello di un amore che nulla trattiene per sé e tutto si dona all’altro, in un credito senza interessi, spinto dal solo desiderio che l’altro abbia vita in abbondanza.

Quella vita che Matteo da subito condivide con pubblicani e peccatori, in un circolo d’amore che si estenderà in tutto il mondo.