In questa domenica l’attenzione è rivolta alla giovane famiglia di Nazareth, giunta a Gerusalemme per presentare il bambino Gesù al tempio. Si tratta di una prescrizione della legge tramandata dai padri, una procedura, una formalità; eppure per i due genitori, in questo spazio ben codificato si fa strada la cifra dello stupore.

Niente noia né automatismi, ma una sorpresa grande che rompe gli schemi e attraverso la quale, per bocca dell’anziano Simeone, parla lo Spirito: ha già visto tante coppie presentare il loro figlio, ma questa volta si accorge di qualcosa di speciale.

L’irruzione di Dio nella nostra storia porta con sé anche frattura, caduta: il dolore che la madre si porterà dentro, quello di non poter proteggere il figlio, si riproporrà sotto la croce. Eppure già viene usata la parola risurrezione…