Signore, come Elisabetta anche noi, guardando alle nostre miserie, ci sentiamo sterili, come un deserto arido e senza vita.
Tu ci inviti a non lasciarci vincere da quella paura che non ci fa vedere una speranza, un futuro; ci inviti a offrirti il momento presente con tutte le sue fatiche, a porre in te ogni speranza, perché nulla è impossibile a Dio. Se ci aggrappiamo alla salda roccia della tua promessa tu poni a tacere le tante voci che ci impediscono di riconoscerti e di accoglierti.
La tua grazia feconda trasforma il deserto in un giardino, dona la vita, rende fecondo ogni nostro operare, toglie quella vergogna che ci opprimeva e ci riempie della tua gioia.