Suono di passi, non sconosciuti ma bensì fraterni, identitari, riconoscibili. Silenzio di voci nel cammino, pensieri che cavalcano il cielo azzurro, sguardo basso, a volte sospiri, sguardi d’intesa, sorrisi, parole che muovono, Parola che accompagna: 4 settembre 2023, direzione Santuario de “La Foresta”. Quest’anno hanno inizio così gli esercizi spirituali itineranti di noi professi temporanei, guidati dalle provocazioni del provinciale fra Enzo, accompagnati dal Vangelo e scrutati dalle ammonizioni di san Francesco. 

Secondo giorno: colazione, lodi, spunti di fra Enzo per la meditazione personale e via verso Poggio Bustone partendo però dalla Foresta raggiunta in pulmino. Il paesaggio è ricco di verde, il silenzio è arricchito da qualche “buongiorno” dei passanti e “buon cammino” degli abitanti, oltre ovviamente all’abbaiare di cani curiosi. Dopo il pranzo, un po’ assonnati, ascoltiamo fra Renzo della fraternità di Poggio che ci racconta, con passione, della loro quotidianità e della storia che accompagna quel luogo. Segue un tempo prolungato di preghiera e meditazione personale che culmina nella celebrazione eucaristica nella cappella delle beatitudini impreziosita dalle opere del Casentini. Tornati a Greccio preghiera del vespro, cena preparata da fra Fabio (assieme ad uno di noi a turno) e la “buona notte” sotto una marea di stelle.

Sono circa 18 km da Greccio a Fontecolombo ma ormai siamo a più della metà del cammino.

Il pranzo al sacco appena consumato rende lo zaino più leggero e la salita che stiamo percorrendo ci aiuta a digerirlo e a far in modo che il mantello dell’abbiocco non abbia il sopravvento. Nel cammino si percepisce il rispetto e la custodia del silenzio del fratello, le comunicazioni sono basilari, ridotte all’essenziale il più del tempo, si ascolta il respiro del fratello, il suo passo, il proprio, quello del creato che ci circonda, a volte il turbinio dei pensieri, a volte invece la pace. Ecco in lontananza il nostro pulmino e fra Fabio che sorridendo ci ricorda che la sera ci sarebbe stata la pizza fatta da fra Marco di Fontecolombo che nel frattempo ci raggiunge davanti alla chiesa proponendoci un caffè. Dopodiché andiamo alla celebrazione Eucaristica conventuale e assieme alla fraternità lì dimorante e ai fedeli arrivati lì ACCOGLIAMO IL VANGELO e il corpo del Signore che anche oggi si dona per noi “nelle mani del sacerdote”.

Ed è un attimo, da una mensa si passa all’altra mensa in cui ammiriamo davanti ai nostri occhi dei tranci di pizza cucinata ad arte, ed altrettanto ad arte mangiata dalla fraternità. Alziamo gli occhi verso i monti alla nostra destra, eccolo là il Sacro Speco. Pranziamo con ciò che fra Fabio ha portato con il pulmino arricchiti dalla presenza di fra Francesco e fra Vincenzo della fraternità ospitante. Quest’ultimo sarà l’incaricato di dirci qualcosa del luogo in cui siamo.  Qui allo Speco di Narni ci si sente ospiti della natura e del silenzio. Questo però non basta perché è solo ANNUNCIANDOLO AL MONDO che il Vangelo trova poi il suo compimento, nella quotidianità, nelle relazioni, nella testimonianza, nell’incontro con altri cercatori della sorgente di vita vera, nel mettersi in pasta continuamente, nel farsi modellare giorno per giorno verso un orizzonte di libertà, verso campi verdi di speranza sul quale correre, sennò rimane parola sterile, come uno stagno dentro di noi che si trasforma in ghiaccio e rigidità di cuore, sfociando in estremismi e scrupoli che ingabbiano e incatenano.

Domani sarà l’ultimo giorno di esercizi e concluderemo con il rinnovo dei voti nella grotta di Greccio. Se le gambe in questi giorni han percorso kilometri, ora bisogna portare fin lassù e chiamare a raccolta ogni parte di noi e far arrivare alla grotta del santuario ogni ricordo e ogni vissuto dei giorni prima, ogni riflessione, ogni istante, ogni intuizione, ogni provocazione ricevuta, ogni movimento interiore percepito… tutto da portare al momento presente, tutto VIVENDOLO NELLA CARNE, nel qui e ora. Se infatti prendiamo solo le parole scritte in maiuscolo e grassetto e le raduniamo insieme troviamo scritto: COME POVERA TERRA, ASSETATA DI PERDONO, ACCOGLIAMO IL VANGELO ANNUNCIANDOLO AL MONDO, VIVENDOLO NELLA CARNE, nella mia vita, nella mia esistenza, io fra Romain, io fra Peppe, io fra Cristian, io fra Pasqualino, io fra Ivan, io fra Diego, io fra Paolo, io fra Giulio, e anche in ciò che sei tu che stai leggendo, a lode e gloria della santissima Trinità!