“Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo …” Mt 13,44
Queste ultime parabole del cap. 13 di Matteo non sono le ultime parabole del regno presenti in questo
Vangelo. In realtà il tema del “regno dei cieli” è l’oggetto principale della predicazione di Gesù che,
preceduto dal Battista, aveva iniziato la sua missione proclamando: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! ” (Mt 4,17).

I misteri del regno sono rivelati ai piccoli, sono essi ad entrarvi, e quanti con la grazia di Dio diventano simili a loro nella fiducia e nel desiderio. Le due parabole del tesoro e della perla ci rivelano che il Regno dei cieli è un fatto di cuore, come dice Gesù: “Dov’è il tuo tesoro lì sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21).
C’è un desiderio che ci arde dentro, consapevole o inconsapevole. Il contadino che lavora il campo per
conto terzi, non era alla ricerca di un tesoro, mentre il mercante che trattava perle sapeva bene cosa
cercava. Per entrambi tuttavia il tesoro e la perla trovati sono ben al di là di ogni loro aspettativa, toccano il desiderio più profondo del cuore rivelando agli occhi una verità sorprendente.

Nel campo del mondo e dei cuori umani, ci dice S. Chiara, è nascosto un tesoro incomparabile da tenere
ben stretto mediante l’umiltà, con la forza della fede e le braccia della povertà, perché custodisce il pegno
di quella comunione profonda con il Signore che lui stesso ci vuole donare (3lett. S.Ch.).
“Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”. (S. Agostino)
Sei tu il tesoro che cerchiamo, tu solo sazi il cuore e doni pienezza alla nostra vita. È stupore scoprire
impressa in noi la tua immagine! Non abbiamo da cercarti lontano, tu sei alla porta del nostro cuore e bussi (cfr. Ap 3,20), perché il tuo tesoro siamo noi.

Così la rete gettata nel mare del mondo ci raccoglie tutti per portarci alla gioia del suo regno, ma per
entrarvi è necessario aver custodito il tesoro, il pegno, l’immagine di lui impressa nel cuore. Non come il
servo malvagio che non ne aveva compreso la preziosità e l’aveva sotterrata per non perderla, ma altro era il suo interesse. Piuttosto come coloro per i quali al suo confronto ogni altra cosa è diventa spazzatura, merce di scambio (cfr. Fil 3,8), e proprio per questo l’hanno trafficata, donando gratuitamente ciò che gratuitamente avevano ricevuto, ciascuno secondo le proprie capacità. Come lo scriba divenuto discepolo del regno, che dal tesoro del cuore estrae cose nuove e cose antiche perché anche altri possano dissotterrare l’immagine divina nascosta nel campo del loro cuore. Come gli apostoli, inviati a tutti i popoli per portare il lieto annuncio della salvezza in Cristo Signore, forti della promessa del loro maestro: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Regno di comunione d’amore che non avrà mai fine!

sr. Marilena Ester Clarissa