“Solo ciò che è eterno può appagarci” (s. Teresa di Gesù Bambino).
Gesù sapeva chiaramente che il disegno eterno del Padre era migliore dei disegni degli uomini. Per il suo pieno abbandono alla volontà del Padre e per la nostra salvezza e formazione di discepoli, ha voluto sottomettersi alla tentazione.
Satana, che per definizione è il menzognero, suggerisce a Gesù di percorrere la via messianica conforme alle attese popolari. Accettare la via di Dio o la via della mondanità? Ecco la prova!
Le tentazioni che ci opprimono nella nostra società possiamo riassumerle così: Il consumismo sfrenato, il potere sublime della tecnologia, la superbia della vita che si erge contro Dio, facendosi Dio. Ha ragione S. Lewis: “Quando le cose terrene ci sembrano quasi divine, dietro l’angolo spunta il Demonio”.

Prima Tentazione. Pietre in Pane. Gesù moltiplicherà i pani nel deserto, ma sfuggirà agli entusiasti che subito lo volevano fare re. Mirava ad un pane ben più alto, “vero cibo e vera bevanda” che sarà il suo mistero di redenzione, comunicato nel segno del pane eucaristico.
La tentazione consiste nel servirsi della potenza di Dio per «avere» o «potere» o «farsi valere». Atteggiamento che corrisponde alla mondanità, ma che per il Vangelo è suggestione di Satana. La potenza di Dio è donata per amare e servire, non per avere, potere e farsi valere.

Seconda Tentazione. Ti darò tutti i regni della terra. “Il mio regno non è di questo mondo”, dirà Gesù davanti a Pilato.
Il potere sugli altri, il dominio e la prepotenza, è idolatria. Sentirsi padroni in tutto, al posto di Dio, disprezzando ogni norma morale e naturale, erigendo il proprio io come assoluto. Qui la risposta di Gesù è drastica: “Solo il Signore tuo Dio adorerai!”.
Quando l’uomo si fa Dio, tutto, uomini e cose, diventano suoi schiavi.

Terza Tentazione. Se sei Figlio di Dio. Gerusalemme è il vertice della missione di Gesù, e proprio qui Egli subisce in anteprima la tentazione più radicale: la via di prestigio, con segni convincenti e inequivocabili, in contrapposizione ad una via di condivisione, di compassione, perché frutto di una testimonianza di fedeltà a Dio e all’uomo.
“Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”, risponde qui Gesù, fidandosi del Padre.

Ascoltiamo s. Francesco: “Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e persecuzione nell’ignominia e nella fame, nella infermità e nella tentazione e in altre simili cose; e ne hanno ricevuto in cambio dal Signore la vita eterna” (Ammonizione 6^).