L’andare di Gesù che ha percorso le strade della Galilea a questo punto assume una nuova direzione: punta decisamente verso Gerusalemme, perché egli sente avvicinarsi l’ora in cui sarebbe stato levato in alto. L’espressione indica la morte di croce, preludendo all’innalzamento della risurrezione. Perciò Egli manda qualcuno a preparare la strada, che deve passare da in un villaggio della Samaria. Qui non vogliono accoglierlo, perché è diretto a Gerusalemme. Comincia così a manifestarsi il rifiuto nel suoi confronti, che continuerà ad aumentare. Di fronte all’affronto contro il maestro i discepoli Giacomo e Giovanni si indignano e, richiamando eventi simili narrati nella Scrittura, dicono: «Signore, vuoi che diciamo che discenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Gesù si gira verso di loro, che lo seguono, e li rimprovera: non hanno ancora compreso che egli è venuto per guarire, per salvare, non per castigare, per dare vita vera, non per distruggere. Ora comincia ad attuare il suo insegnamento ai discepoli: se non vi accolgono in una città, andate in un’altra, e si dirige verso un altro villaggio.

Camminando sulla strada il Maestro e i discepoli incontrano alcuni che sono affascinati da Gesù, dal suo insegnamento e gli parlano. Un tale gli dice: «Ti seguirò dovunque tu vada». Ma Gesù lo mette subito di fronte alla realtà del suo andare da povero, come Figlio dell’uomo che non ha dove posare il capo. A un altro invece Gesù stesso dice: Seguimi. Il chiamato domanda il permesso di andare prima a seppellire il padre. Non è chiaro se si tratta soltanto di partecipare ai riti delle esequie, o se invece l’interessato vuole aspettare fino a quando il genitore morirà. La seconda ipotesi sembra più probabile di fronte alla risposta di Gesù: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il Regno di Dio». L’annuncio del Regno è impellente, non si può rimandare. La sequela di Gesù è esigente, chiede di non pensare a se stessi, di allargare gli orizzonti abbracciando tutti. L’ultimo interpellato invece chiede di andare prima a salutare i suoi parenti. La sua situazione richiama quella di Eliseo, che coperto dal mantello si Elia, comprende la chiamata e l’accoglie subito, ma ottiene di salutare prima la sua famiglia con un banchetto. Gesù si manifesta più esigente perché risponde: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il Regno di Dio». Seguire i passi di Gesù vuol dire ascoltare la ispirazioni dello Spirito, che ci libera da ogni attaccamento a noi stessi, ai beni di questo mondo, al successo, al piacere e ci insegna ad amare i fratelli e le sorelle con la libertà dei figli di Dio. La risposta al Signore che spinge alla gratuità dell’amore, del dono di sé, deve essere senza riserve, pronta a tutto.