La Liturgia di questa Domenica, ci propone la Solennità dell’Ascensione di Gesù, e il suo ritorno nella comunione con il Padre, e vorrei condividere con voi tre brevi riflessioni:

per rileggere questa festa, possiamo pensare all’immagine del viaggio/pellegrinaggio, dove Gesù è “il pellegrino” che nel mistero dell’incarnazione, si fa nostro compagno di strada, prendendo su di sé la nostra umanità, e che ora ritorna in quella relazione, che non lo ha mai abbandonato, con il Padre. Chi ha fatto un’esperienza di pellegrinaggio, conosce quali sono gli elementi fondamentali del percorso: il punto di partenza, la strada, la meta, e il ritorno, che è altrettanto importante, perché nel rientrare alla propria “dimora”, il pellegrino porta con sè tutto ciò che ha raccolto durante il cammino, sotto forma di ricordi, di relazioni intessute, di vita vissuta. Forse l’immagine, ci aiuta a comprendere che in questa festa della Ascensione, Gesù ci prende con se, portando la nostra umanità nella relazione Trinitaria, e consegnando al Padre quella variegata umanità che ha incontrato nel suo cammino con noi. E questo continua a farlo ancora oggi.

Il secondo pensiero è legato al Vangelo, in cui Marco, sembra sottolineare in modo molto forte una dimensione comunitaria ed ecclesiale, e un nuovo modo di restare da parte di Gesù con i suoi discepoli e nella storia, continuando ad agire con loro, confermando “la Parola con i segni che la accompagnavano” (Mc 16,20). Se volessimo descrivere in modo spaziale l’Ascensione di Gesù, non solo dobbiamo pensare ad una linea verticale, dal basso verso l’alto, ma anche in una linea orizzontale, che si allarga in ogni direzione“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15). Questo è ciò che la Chiesa realizza nella sua opera non solo di evangelizzazione, ma anche di consolazione, cura, vicinanza e guarigione, così importanti in questo periodo storico che stiamo vivendo.

Infine un pensiero legato all’esperienza di San Francesco. Nel Vangelo vediamo che il comando/invito di Gesù del versetto 15, viene messo in atto dai discepoli “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro” (Mc 16,20). Mi ricorda l’esperienza di san Francesco quando ascoltando il vangelo del mandato dei discepoli esclama: «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!».S’affretta allora il padre santo, tutto pieno di gioia, a realizzare il salutare ammonimento; non sopporta indugio alcuno a mettere in pratica fedelmente quanto ha sentito […]Con altrettanta cura e devozione si impegnava a compiere gli altri insegnamenti uditi. Egli infatti non era mai stato un ascoltatore sordo del Vangelo, ma, affidando ad una encomiabile memoria tutto quello che ascoltava, cercava con ogni diligenza di eseguirlo alla lettera.

Vita Prima di Tommaso da Celano (FF 356-357)

L’ascolto della Parola per i discepoli è diventato immediatamente un “eseguire alla lettera” la missione che gli era stata affidata. Così è stato per Francesco, così può essere anche per noi oggi!