Un elenco di grandi personaggi apre il Vangelo di questa domenica. A quel tempo, come oggi, la storia sembra essere guidata dai potenti di turno, da quanti occupano posizioni di prestigio sia a livello politico che religioso.
Eppure, l’obiettivo che fotografa la situazione del momento fa zoom su un personaggio che sta ai margini, nel deserto, in un luogo che sembra essere lontano dalle vicende del mondo. È su Giovanni che arriva la parola di Dio, letteralmente che la Parola accade, non dentro i palazzi dei re e nemmeno tra le mura del tempio.
Allora il primo invito che ci viene fatto è quello di non scappare dai nostri deserti, quei luoghi della nostra esistenza che ci sembrano aridi e senza vita, perché è lì che la parola di Dio può trovare spazio per entrare nella nostra storia.
Giovanni esce e percorre la regione del Giordano: là dove scorre l’acqua porta l’annuncio di un’altra acqua, quella che purifica dai peccati ma che soprattutto quella che trasforma la vita. Per poter essere raggiunti da questo torrente di grazia l’invito è quello di convertirsi, ovvero di voltarsi, cambiare direzione, prendere la strada del ritorno.
Sarà il Signore a riempire i burroni e a ad abbassare i monti, a raddrizzare le vie.
L’evangelista cita i primi versetti del capitolo 40 del profeta Isaia, conosciuto come il libro della consolazione, in cui il profeta annuncia l’avvicinarsi della salvezza e chiama a guardare oltre la realtà apparentemente impervia, che sembrerebbe rendere impossibile il ritorno dall’esilio.
L’invito è quello a cambiare lo sguardo per accorgersi che il Signore sta compiendo il suo disegno di salvezza in questa nostra storia segnata dalla sofferenza, dalla violenza, dall’incertezza. Ogni uomo vedrà, o meglio, ogni essere vivente. Questo il grande annuncio di speranza: tutti saranno raggiunti dalla salvezza che Dio sta operando.
Quella voce che grida nel deserto impervio annuncia non tanto ciò che l’uomo deve fare, ma l’iniziativa di Dio che viene a liberare l’umanità.
Ecco allora il secondo invito, quello di lasciarci trasformare lo sguardo, per accorgerci che il Signore ci raggiunge lì dove siamo, dentro le pieghe intricate della nostra vita e del nostro cuore. È per questa strada che Egli desidera passare, per condurci sulla via della libertà e della vita vera.