Il Signore Gesù ha già predicato ed operato segni e prodigi, ma i suoi discepoli sono incapaci di ascoltare la Parola e di contemplare le meraviglie da lui compiute.

C’è uno scarto incolmabile tra il Maestro e i suoi seguaci.

Gesù prova a ridire quello che gli sarebbe successo: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”, ma i discepoli discutono tra di loro chi fosse il più grande.

C’è un’incapacità a seguire il passo del Maestro, ormai tutto proiettato verso il suo destino di morte e di gloria.

I discepoli rimangono chiusi nelle loro idee sclerotizzate di Messia e non riescono ad aprirsi alla novità che Gesù è venuto a mostrare e donare.

E allora il Signore Gesù prova a parlare al loro cuore mettendo nel mezzo un bambino, per ricordargli che un vero percorso di fede si nutre di ascolto, di fiducia e di accoglienza.

Anche noi siamo chiamati a fare la nostra parte dando credito a quanto Gesù ogni giorno opera nella nostra vita e apriamo il nostro cuore ad accogliere il cambiamento sempre possibile.

O Signore vinci la nostra sordità e cecità, adesso.