“Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!»” Mt, 28,9.

In questo giorno, chiamato anche Lunedì dell’Angelo, quest’anno non troviamo la loro presenza nel racconto del Vangelo di Matteo. Le donne sono già in cammino, hanno già ricevuto l’annuncio che Gesù è risorto e sono partite di corsa a portare la buona notizia ai discepoli.

L’evangelista annota, oltre alla fretta, che lo fanno con timore e gioia grande, due stati d’animo che apparentemente si contraddicono. Ma nel loro andare viene loro incontro il Risorto che le saluta con il verbo “kairete”, ossia gioite, rallegratevi. È lo stesso invito rivolto a Maria nell’annunciazione. Gioire è il verbo della fede, dell’incontro e della presenza del Cristo e questo è il messaggio da portare, come discepoli di Cristo, anche nelle situazioni più disperate e nei luoghi più lontani da questa condizione.

La seconda parola di Gesù è poi rivolta al secondo sentimento provato dalle donne: “Non temete”. Non è un rimprovero, è legittimo provare timore, soprattutto quando scopriamo che c’è un’altra parola che corre parallela all’annuncio della Parola di Dio.

È la menzogna, una parola corrotta, che si diffonde per il timore di mettersi in discussione, per la paura di perdere, di essere scomodati dai luoghi dove ci siamo installati. È una parola tranquillizzante: il posto fisso, una buona somma di denaro e la promessa di essere liberati da ogni preoccupazione. Questo è quanto è promesso alle guardie, nulla di più allettante.

Nell’invito a non cedere alla paura, Gesù ci chiama al discernimento nella nostra vita interiore, a fare attenzione a quale parola ci spinge e ci guida, a non lasciarci paralizzare.

Le donne con coraggio riprendono il cammino aperte all’incognita e al possibile rifiuto ma con la libertà e la leggerezza di chi ha scoperto l’amore.

Frate Stefano