La preghiera accorata di un padre per la figlioletta in fin di vita tocca il cuore di  Gesù che si mette in cammino verso la casa di Giairo.  Il vangelo ci invita tra la folla che si stringe attorno a Gesù e lo segue. La folla, si sa, è anonima, spesso mossa dalle motivazioni più disparate: curiosità, conformismo, bisogno… che cosa mi muove a seguire Gesù?

La figlia di Giairo sta per morire a dodici anni, ma si può morire un po’ alla volta giorno dopo giorno per dodici anni…E’ l’esperienza di una donna della folla che cammina accanto a noi: il breve racconto della sua vita la toglie dall’anonimato. Dietro ogni persona c’è una storia, un volto… com’è il mio volto?

Il volto di questa donna è segnato dalla sofferenza di una terribile malattia, che aggiunge all’umiliazione fisica quella sociale, perché questa malattia, come altre in Israele, rende impuri. Spesso anche oggi, nonostante secoli di cammino, chi soffre viene emarginato… Ma questa donna ha sentito parlare di Gesù. Gesù è la speranza: “Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita”… E all’istante avviene la guarigione.

Chi mi ha toccato?”  Ecco la domanda di questo vangelo per noi. La Fede! La fede viva e audace “tocca” Gesù e ci apre alla sua potenza che guarisce e salva. Che bello stare finalmente davanti al suo volto con tutta la nostra verità, senza più paure,  e sentirsi dire: ”Figlio, figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”.

 Ma la fede, oggi, può sembrare morta, come la figlia di Giairo…e allora si insinua la voce: “perché disturbi ancora il Maestro?” Ma Gesù replica: “Non temere, soltanto abbi fede!” Continua ad avere fede, oltre il trambusto della disperazione o della derisione o della emarginazione. Continua a disturbare Gesù.

Signore Gesù, ravviva la mia fede, donami l’audacia della fede, la resilienza della fede.