In questa Domenica di Pentecoste chiediamo in modo particolare il dono dello Spirito, che è dono di  unità, ci fa stare insieme tutti e ci fa guardare in avanti con speranza, quanto bisogno abbiamo di apertura al futuro e di camminare insieme! Ci dice il brano degli Atti (At 2,1-11) che nel giorno della Pentecoste lo Spirito invase tutta la casa e invase tutti i presenti, entra in modo potente e riempie tutto e tutti, è interessante questo continuo ripetersi della parola “tutti”… tutti insieme nello stesso luogo, tutta la casa, tutti furono colmati, tutti costoro che parlano.

Noi spesso facciamo divisioni, distinguiamo tra noi e gli altri, tra credenti e non credenti, tra buoni e cattivi, tra vicini e lontani. Quante volte facciamo queste differenze, vedendo il bene solo in noi e in quelli che sono come noi, che sono credenti come noi. Ricevere il dono dello Spirito significa avere uno sguardo nuovo che ci fa guardare a tutti come invasi dallo Spirito, tutti ma davvero tutti, anche a quelli che sono molto diversi da noi. Questo tipo di sguardo ci fa considerare ciò che ci circonda con nuovo slancio di speranza, uno sguardo più fiducioso rispetto alla vita, al mondo e alla storia. Il brano degli Atti ci dice poi che in quella occasione avvenne un prodigio: i discepoli parlavano lingue diverse e tutti li capivano.

Ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua, anche la più strana. Il miracolo è che questi discepoli riescono a parlare a tutti! Quanto è difficile a volte parlarci, capirci, quanta incomprensione c’è tra genitori e figli, tra marito e moglie, tra uomo e donna, tra persone di varia provenienza sociale, tra persone di etnie diverse…

Lo Spirito che è in noi dunque lavora perché possiamo parlarci e capirci. Lo Spirito lavora perché possiamo prima di tutto ascoltare. L’unica vera possibilità che abbiamo per riuscire a parlare e farci capire è ascoltare l’altro. Chiediamo oggi allo Spirito il dono dell’ascolto di Dio e dell’ascolto dell’altro, che significa prima di tutto considerarlo così come è, senza volerlo rendere per forza simile a me, allora sapremo parlare con tutti!