La missione profetica è tutt’altro che facile, ma è sostenibile e ricca di frutti perché essa non procede dalla nostra iniziativa, sia pure lodevole e mirata, ma da quella gratuita del Padre che elegge e invia i suoi emissari.

Nessuno intraprende un incarico missionario senza obiettare all’inizio di non esserne all’altezza o almeno senza domandarsi se riuscirà a realizzare quanto gli viene chiesto. Ogni chiamata del Signore infatti non segue propriamente i canoni umani. Dio non chiede curriculum, Dio agisce liberamente nella sua elezione, prendendo le distanze dai nostri giudizi e dai nostri parametri di scelta. E soprattutto è lui a fornire i mezzi adeguati allo svolgimento di una determinata missione perché non lascia nessuno sprovvisto e impreparato.

Il successo della missione non è immediato. Gesù infatti avverte i suoi che incontreranno difficoltà e avversità e non mancherà chi tenderà di eludere il contenuto del vangelo comunicato. Essi dovranno tuttavia continuare ad operare nonostante gli scoraggiamenti, considerando che il coraggio verrà loro dallo stesso Signore.

Colui che chiama alla missione e la sostiene è lui solo anche il vero fautore dei frutti e dei risultati. Questi appartengono sempre a lui e seguono tempi di eternità che sono ben differenti dai nostri!