Dal vangelo secondo Marco (1,1-8)

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

L’evento più importante della storia, Gesù Cristo, figlio di Dio,è già avvenuto duemila anni fa, ma i giornali del tempo non se ne sono accorti. Hanno,per così dire, bucato la notizia. Niente scoop, niente talk show, niente video virali sui social! Da allora più nessuna notizia è stata così realmente importante.

Marco parte invece proprio da qui: dalla notizia di tutti i tempi, l’euanghelion! Per essere più precisi potremmo tradurre il primissimo versetto della sua composizione in questo modo: “Principio del vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio”. Non si tratta in sostanza di un semplice inizio grafico, una specie di titolo che Marco pone, appunto, all’inizio. Non si tratta nemmeno di una partenza cronologica, puntuale, a cui segue qualcos’altro. Qui ci troviamo in presenza della parola archè, quel principio di cui avevamo già sentito parlarenel primo versetto della Genesi. Siamo davanti dunque ad una nuova creazione.

Gesù è veramente il principio, il Vangelo è veramente il fondamento della nostra vita, Gesù e il Vangelo sono davvero il senso della storia.

E’ come se Marco ci dicesse: o siamo d’accordo su questo principio, oppure fate a meno di leggere tutto il resto. I vangeli sono questo: sono Gesù. Il vangelo non è la storia di Gesù, è Gesù e basta. E leggendolo impariamo a vivere come lui, a sentire come lui, a pensare coi suoi pensieri, ad avere i suoi stessi sentimenti, ad essere, alla fine dei conti, degli altri Gesù, come Francesco d’Assisi, reso dal Padre alter Christus.

Dopo questa partenza Marco ci descrive brevemente la figura del Battista, del più grande profeta del nuovo testamento. Qui, però, Giovanni ancora non ha fatto esperienza di Gesù. Dovrà rimettersi in discussione un po’ per volta e lo farà con grande umiltà e docilità. Per ora di se stesso dice soltanto: “non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali”. Ha ragione, nessuno di noi è degno davanti a Dio. Eppure proprio Gesù, il Signore e Maestro, si è chinato a terra davanti ai discepoli e ha lavato loro i piedi. È andato ben oltre il gesto umiliante di slacciare i sandali, gesto imponibile solo agli schiavi non ebrei. E così ha commentato ciò che aveva appena fatto: Vi ho dato un esempioperché anche voi facciate come io ho fatto a voi (Gv 13,15).

Se Gesù è il principio, il fondamento, il criterio essenziale della nostra vita, questo è ciò che siamo chiamati a fare: nella nostra piccolezza e miseria, inginocchiarci con amore davanti ai nostri fratelli.