Se ci riteniamo figli di Dio, dove finiamo noi troviamo lui, troviamo l’altro. Quindi il limite con l’Assoluto diventa la nostra comunione con l’Assoluto. Il grosso inganno dell’uomo è intendere male la vita, sapendo di essere perdenti. Entrare in quel sepolcro significa quindi capire che le cose non stanno così, significa evangelizzare l’inconscio, guarire dalla memoria di morte che è dentro tutta la nostra esistenza e la chiude nell’egoismo e nella paura, per aprirsi a una vita libera nell’amore e nella piena comunione.

 I nostri giorni sembrano contestare la vittoria di Pasqua: ‘la morte ingoiata dalla vita’, secondo la liturgia pasquale, continua invece imperterrita ad ingoiare figli. E non conforta ripetere con Qohelet: “non c’è nulla di nuovo sotto il sole”. Questa idea è biblica, eppure è sbagliata. C’è una cosa nuova sotto il sole, una cosa non prevista mai da nessuno, l’atto più rivoluzionario della storia: la risurrezione di Cristo. L’uomo ha trascinato Dio nella morte, ma la Vittima risuscita e trascina noi con lui, solleva il nostro pianeta di tombe verso un mondo diverso, “dove l’uomo non accetta più l’idea che il carnefice abbia ragione sulla sua vittima in eterno” (Max Horkheimer), dove gli imperi fondati sulla violenza e sulla menzogna crollano; dove le piaghe che la vita ha inferto a tutti i figli d’Adamo generano luce, costellazioni di gemme, dischiuse dalla primavera di Colui che ha nome Amante-della-vita.

Cristo è disceso ed è presente nel principio e nel fondo di ogni realtà, operante e vivo. Questa è la nostra speranza: non la mia forza, ma la sua presenza, non la mia energia, ma il suo sangue.

E’ disceso agli inferi: “se cacceranno Cristo dalla terra noi lo incontreremo sotto terra! E allora noi, gli uomini del sottosuolo, intoneremo nelle viscere della terra un inno tragico, al Dio della gioia…”(Dimitrij Karamazov). Anche se Cristo sembra allontanato dalla casa del mondo, egli è nella stanza più intima del mondo. E coloro che non accettano che il mondo avanzi così, si perpetui così, coloro che vogliono cieli nuovi e una nuova terra, sanno che la Pasqua matura come un seme di luce nella terra, come un seme di fuoco nella storia.

La risurrezione è appunto il Signore che ha vinto la morte, il suo amore che entra in noi e noi che viviamo alla sua presenza e lui che vive in noi. Noi siamo da sempre di Dio, perché da sempre ci ama. Quando scopriamo il suo amore anche lui è in noi. È per questo che lo conosciamo e viviamo in lui. Quindi la nostra risurrezione è l’incontro con lui.