Ho stretto i denti, ancorandomi come non mai a quella Parola che aveva il sapore di autenticità, di profondità e di vita, e sono andato avanti.

«Non temere!», ripetevo spesso, ad ogni passo, tra me e me, e ogni volta pareva aprire un varco nella mia mente e nel mio cuore, aggrappato, com’ero, all’unica speranza. Quel giorno il tempo pareva essersi fermato e, anche se i passi procedevano frettolosamente giù lungo il pendio, gli istanti sembravano non passare mai. Non c’era più tempo da perdere, ne ero consapevole.

Come una tenue luce, quella Parola continuava a splendere nell’oscurità nella quale ero caduto, illuminando il piccolo passo possibile e (sorpresa!) rischiarando di speranza l’orizzonte.