Anche noi ci saremmo scandalizzati di fronte all’agire di Gesù: non per la stessa ragione degli scribi, ma perché per noi la salute fisica è al primo posto nella classifica delle cose importanti. Non è sbagliato, solo non ci accorgiamo che la nostra paura della malattia è legata alla paura della morte, al suo esserne segno.

Ma quale esperienza di morte vive l’uomo più grande di quella del peccato? Gesù nel perdonare il peccato di quell’uomo rivela e desidera curare la malvagità che abita il cuore degli scribi, i quali, sebbene studiano e meditano ogni giorno la parola di Dio, sono incapaci di riconoscerne l’opera, perché hanno il cuore paralizzato.

Solo la misericordia di Dio può trasformare le nostre morti in vie di vita e aprire i nostri occhi alla rivelazione del Suo volto.