Gesù si trova ancora una volta di fronte alla cocciutaggine di un popolo che aspetta eventi straordinari e manifestazioni grandi di un Cristo che è presente solo dentro il proprio schema.

Gesù vuole aprire le porte del cuore e far entrare nell’uomo un’aria fresca di piccolezza e semplicità che crea però incertezza e un senso di precarietà. I capi del popolo invece vogliono chiarezza esplicita e sicura. Fermandoci a questo sguardo superficiale non capiremo mai la vera identità di Gesù: egli chiede una relazione che vada in profondità, una relazione che sappia ascoltare non solo una voce che arriva dalla gola, ma anche una voce che arriva dagli eventi e dagli incontri che accadono lungo la giornata. Questo aggiunge un altro tassello alla scuola dell’ascolto.