Mi sono travestita da giustizia, naturalmente a misura d’uomo, per far credere ai chiamati della prima ora che fosse doveroso lamentarsi, ritenendo di essere stati defraudati.
Non si accorgevano però, e il padrone glielo ha fatto notare, che nulla era stato tolto loro, e che erano seccati dal fatto che la distanza e la differenza dagli altri era scomparsa. Non avevano compreso di aver lavorato per un Dio amante della gratuità e che non ha le ristrette e ben definite misure umane.
E infine avevano badato solo alla fatica sostenuta, perdendo di vista quanto fossero fortunati a lavorare nella vigna di un Signore così. Il quale ha gli occhi ben più penetranti di quelli umani e conosce quello che c’è nel cuore di ciascuno, così alla fine sono stata smascherata: ero io, l’invidia, a farli parlare.