La presenza di Cristo nella nostra vita ci chiede di scegliere, di rispondere alla domanda

«Chi è costui?». A questa domanda si può rispondere con fede o con ostilità, si può scommettere sulla novità del regno o farsi impermeabili.

Davanti alle novità siamo sempre combattuti tra la gioia di accogliere qualcosa di promettente e il timore di perdere qualcosa che ci è caro. Se ci apriamo a lui ci scopriremo non solo alleati di Dio in Cristo, ma anche partecipi di relazioni nuove tra noi, relazioni più umane, costruttori di fraternità.

Non mettiamo al centro del nostro vivere la perfezione, distogliendo lo sguardo dalla fragilità: guardiamo piuttosto a noi come paralitici che si sorreggono a vicenda nella fede, e proprio in quella fede ci scopriremo sanati.