Dal vangelo secondo Marco ( 1,7-11)

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore.

In pochi giorni la liturgia ci chiede di compiere un salto temporale di circa trent’anni: da un Gesù Bambino a Betlemme adorato dai Magi ad un Gesù adulto che scende al Giordano per essere battezzato da Giovanni.

Era stato annunciato a Maria, ai pastori nella notte di Natale, come il Messia atteso e potente, il Salvatore del suo popolo, il Dio con noi: lo ritroviamo, nel suo riapparire dopo gli anni della vita nascosta a Nazareth, in fila come tutti gli altri uomini, per ricevere il battesimo purificatore.

Ancora una volta Dio ci spiazza: si manifesta a noi in modo inaspettato, ci mostra il suo volto attraverso quell’uomo Gesù, un uomo qualunque e con un nome molto usato a quei tempi. Dio si manifesta così, senza potenza, senza imposizione, senza frequentare “confort zone” ma mischiandosi tra la folla, quella folla dalla quale non prenderà mai le distanze ma che considererà sempre la propria casa, la propria famiglia. Se non fosse bastata la sua nascita a Betlemme, il suo porre la tenda in mezzo a noi, questa prima apparizione di Gesù adulto rende evidente quale sarà il suo ministero, il senso profondo dell’incarnazione: non uno stare lontano dagli uomini e dalle loro povertà di qualsiasi tipo, ma una condivisione totale della vita di ciascuno.

Il Vangelo secondo Marco, che accompagna questo anno liturgico, inizia proprio con questa prima apparizione di Gesù al Giordano, come fosse l’episodio programmatico di quanto troveremo poi nelle altre pagine del suo vangelo.

Gesù riceve il battesimo immergendosi nelle acque del Giordano ma ancor più nella vita di ogni uomo, ogni storia, ogni debolezza, ogni sofferenza.

Il battesimo non è uno status, qualcosa che mi identifica e mi separa dagli altri, ma semmai la consapevolezza che da lì nasce il mio modo nuovo di stare al mondo e nel mondo, come Gesù.

Quella voce dal cielo, la voce del Padre che ha posto il Lui il suo compiacimento, è voce di benedizione, di conferma, di invio in missione, per Gesù e per ognuno di noi.

I cieli si aprono, non più separazione tra Dio e l’umanità, perché il Figlio è diventato anche lui uomo. Gesù, che è il dono dell’Amore fatto agli uomini, si manifesta così e ci invita ad aprirci allo Spirito per essere generati ad una vita nuova, perché ogni giorno sia Natale.