I discepoli sono nascosti per la paura. Sembra che tutta la Bibbia sia percorsa dall’inizio alla fine dalla dialettica paura/fiducia.
Eppure dentro quella paura il Risorto entra. Entra e la trasfigura.
Ma Tommaso quel giorno non c’era quando i suoi compagni erano insieme. Spesso è stato considerato come il padre di tutti gli increduli. O non è piuttosto padre di tutti i futuri credenti?  Grazie a lui, il Risorto pronuncia la seconda delle due beatitudini giovannee, che riguarda tutti noi che ci troviamo nella situazione di non aver visto eppure credere.
Il padre San Francesco ci direbbe con la prima Ammonizione: E come essi [gli apostoli] con gli occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo con gli occhi dello spirito, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che questo è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero.
Tommaso rappresenta tutti noi perché nessuno si salva da solo. O ci si salva insieme o non ci si salva. Ci si salva dentro il Corpo di Cristo che è la Chiesa. Ci si salva dentro la relazione con Dio e con il prossimo: “Mio Signore e mio Dio” è la professione di fede di Tommaso, dove quel “mio” indica una profonda intimità con il Suo Signore. Infatti, come già ci veniva descritto nel libro dell’Esodo, Dio è Colui che è per me, che opera in mio favore, che sta dalla mia parte.
La professione di fede di Tommaso ci rilancia in quella relazione con Dio, quell’incontro di desideri, il Suo per noi e il nostro per Lui, che percorre tutta la Bibbia.
In che cosa cambia la nostra vita la Sua Risurrezione? Forse solo in una vita dopo la morte?
No, Dio è Dio proprio perché non ci salva togliendoci dalla sofferenza o dalle situazioni difficili. Questo cercherebbe di farlo il nostro migliore amico o una persona che ci vuole bene! Dio ci salva dentro la morte, dentro la notte: cambia le tenebre in luce e di Pasqua in Pasqua si compie la nostra trasfigurazione già su questa terra. Ecco perché Tommaso ci rappresenta: è invitato a toccare le ferite del Cristo Risorto, come a dire a tutti noi: non avere paura delle tue ferite, fragilità, nemmeno dei tuoi peccati: Dio ti salva proprio lì. Tale è la sua misericordia.
Così dal cuore sgorga questa preghiera: con la tua Risurrezione o Cristo, comprendiamo che la paura non ha più l’ultima parola, perché tu ci chiami ad una fiducia… “una fiducia così semplice che tutti possono accoglierla” (Fr.Roger di Taizè).