Le nozze di Cana sono il primo segno che Gesù compie nel vangelo di Giovanni: un archetipo, un annuncio, una rivelazione. E’ un’epifania così come nei vangeli sinottici lo è il Battesimo, epifania della verità del figlio di Maria e di Giuseppe che si rivela come lo Sposo amante dell’umanità con cui compie nel suo sangue, simboleggiato dal vino, una nuova ed eterna alleanza.

Il rapporto che Gesù desidera instaurare con ogni essere umano, in obbedienza alla volontà del Padre, ha il sapore dell’intimità nuziale, il calore della condivisione, la dolcezza dell’affetto.

Per la mediazione di Maria, Gesù trasforma la preziosità dell’acqua nel gusto inebriante del miglior vino. Di per sé per la sopravvivenza il vino non è necessario, non rientra nei beni primari, ma fa parte del di più che allieta il cuore dell’uomo. Gustarlo introduce nell’orizzonte della festa, del gusto del vivere, della gratuità con cui il Signore inonda l’esistenza.

Il segno alle nozze di Cana è sovrabbondante, eccedente ogni reale bisogno e desiderio dei commensali, tanto è vero che sorprende. Così è la presenza di Gesù Cristo nella nostra vita: un dono smisurato di amore che ricolma di sapore ogni dimensione della nostra storia. Il nostro Sposo non fa calcoli, non gioca al risparmio, ma si dona totalmente fino all’ultima goccia.

Come Maria, la madre sua e la madre nostra, cresciamo nella fiducia in Lui nostro Salvatore.