Nel racconto del gesto della moltiplicazione dei pani, Luca (Lc 9,11-17) anticipa ciò che Gesù compirà qualche tempo dopo nel cenacolo, nell’ultima cena. Dice infatti che Gesù “prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla”. L’evangelista vuole preludere all’istituzione dell’Eucaristia. Anche allora, nell’Ultima cena “Gesù prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro”. La moltiplicazione dei pani diventa segno dell’eucaristia, segno di quella realtà che ancora oggi noi viviamo, che ci nutre, che crea e suscita comunione.

La lettura invece che più tocca da vicino il misero di oggi è la seconda la lettera di Paolo ai Corinzi, (1Cor 11,23-26). Essa è parte di una lunga esortazione di Paolo riguardante le assemblee religiose che si tenevano a Corinto. In queste assemblee c’erano problemi, malumori, e Paolo interviene per chiarire e mettere ordine. Nel farlo si richiama alla tradizione più antica che si conosca sull’eucaristia, una tradizione che, scrive l’apostolo, gli è consegnata pochi anni dopo la morte di Gesù, al tempo della sua conversione, Il brano è la prima testimonianza in assoluto che noi possediamo sull’eucaristia, e già vediamo che in essa la celebrazione eucaristica manifesta la sua triplice dimensione: un riferimento al passato, un memoriale (fate questo inmemoria di me); una proclamazione per il presente: oggi qui c’è il Corpo e il Sangue del Signore, qui si fonda e si consolida l’alleanza nuova; un orientamento al futuro: finché egli venga, nell’attesa del suo ritorno.

Anche noi viviamo in ogni celebrazione Eucaristica questa triplice dimensione:

  • Memoria del passato. Nell’eucaristia la relazione non è solo con un fatto passato, bensì con una persona, con Gesù Salvatore crocifisso. Viene annunciata in ogni eucaristia la sua morte, che ha distrutto la malvagità umana scatenatasi contro di lui perdonandola.
  • Proclamazione del presente. La nuova alleanza nel sangue di Gesù è l’inizio di un nuovo rapporto con Dio, rapporto di figliolanza e di amicizia.
  • Preannuncio del futuro. L’eucaristia proclama il futuro dell’uomo e dell’umanità, si preannuncia che la vita senza fine sarà come uno stare a mensa col Signore, una familiarità immediata con lui.

Nell’eucaristia sta la nostra speranza, la certezza che rapporti più veri tra noi sono possibili, la fiducia che riusciremo a contrastare la violenza che tenta di dominare sulle nostre vite, la fiducia che i nostri rapporti potranno diventare meno conflittuali e più fraterni.