Nella luce proiettata dalla Pasqua, la liturgia della Parola ci fa ascoltare alcuni passi intensi e significativi dal vangelo di Giovanni. Il contesto di oggi, è l’ultima cena quando Gesù pronuncia i “discorsi di addio” ai discepoli. Prima della sua passione il Signore li rassicura ed esorta, fa delle promesse e -soprattutto- continua a rivelarsi.
Il loro cuore è turbato perché Gesù ha appena detto che deve lasciarli per andare in un posto dove non possono seguirlo subito, li esorta a superare la tristezza e l’angoscia, credendo in Dio ed anche in Lui li rassicura: “vado a prepararvi un posto”. Promessa che richiama il tema del “dimorare/rimanere”, tanto presente negli scritti giovannei, intendendo sia la dimora che Gesù prepara presso il Padre, sia quella del Padre e del Figlio nel cuore dei credenti, entrambe spazio di Dio riservato alla più intima comunione con chi crede.
Per realizzare la promessa è necessaria una via e Gesù spiega, rispondendo a Tommaso, che loro la conoscono perché, dice: “Io Sono la Via, la Verità e la Vita”. Sono tre parole di una profondità unica e di una portata inestimabile. Gesù è la Via perché è l’unica strada che conduce a Dio, l’unico mediatore tanto che aggiunge subito dopo “nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Gesù è la Verità, cioè la piena rivelazione del Padre e solo per mezzo di Lui possiamo avere la Vita, quella vera che nessuna morte può togliere. Questo vangelo è illuminante, perché porta in luce e risponde ai desideri profondi del cuore di ogni uomo.
Il primo è il desiderio di un posto dove essere accolti pienamente nel cuore di qualcuno, e Gesù ci dice che c’è un cuore spalancato per noi: il cuore di Dio. Noi possiamo abitare in Lui e Lui è felice di abitare in noi. Dio è la dimora dell’uomo e l’uomo è la dimora di Dio.
Il secondo desiderio è avere una strada da percorrere senza sbagliare e fallire nella vita. Gesù si offre come Via sicura per raggiungere la meta, e questa meta è la conoscenza di Dio, che si manifesta nella sua Verità e la pienezza della Vita di comunione con Lui.
Il terzo desiderio è espresso dalla domanda di Filippo ed è la ricerca del volto di Dio: ogni uomo anela a questo e spesso si va a tentoni. Gesù ci dice: “chi ha visto me ha visto il Padre”. Lui è Dio e ha assunto la nostra umanità perché potessimo vederlo. Guardando a Gesù vediamo Dio, siamo davanti al nostro Padre e Creatore, ritroviamo il suo vero volto e, in conseguenza, anche il nostro vero volto.
Le domande e i fraintendimenti dei discepoli dicono la grande fatica nel comprendere la rivelazione di Gesù sulla sua identità con il Padre. Noi siamo più fortunati perché viviamo nel tempo in cui lo Spirito Santo c’insegna ogni cosa. Apriamo dunque gli occhi della fede e contempliamo la grandezza dell’amore di Dio che si rivela in Gesù. La Parola di Dio ci indica con chiarezza il criterio di riferimento per ogni nostra azione e scelta. La condizione per seguire Gesù è la fede, la fiducia in lui, accogliere lo Spirito, che è la forza di vita, la forza creatrice che introduce novità di vita.
sr. Maristella sorella Clarissa di Rimini