Gesù di fronte alla folla che lo attornia “alza gli occhi”, si accorge del bisogno profondo di ogni uomo che ricerca chi sazi la sua fame. Allora chiama Filippo per spiegargli la situazione: “Dove potremmo trovare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Filippo fa come tanti di noi che per risolvere il problema utilizza la via economica proponendo i 200 denari presenti nella cassa, tuttavia questa valutazione si ferma di fronte alla sproporzione della folla: “[Essi] non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. C’è un problema e lo risolviamo con il portafoglio, l’economia sociale, mondiale… ci affidiamo a qualcuno che supplisca la nostra carenza monetaria; qualcosa fuori di noi che non basterà mai a sopperire l’indigenza altrui. A Gesù invece non interessa quanto denaro possediamo o come va il mercato economico, ma quel poco che utilizziamo per vivere e che possiamo condividere ora nella tavola del creato per il beneficio di tutti.

Andrea, il pragmatico, allora afferma: “C’è qui un ragazzo che ha 5 pani d’orzo e due pesci; ma che cosa è questo per tanta gente? Come può il poco condiviso risolvere i problemi? Per il Signore invece questa pochezza basta, perché Lui sa che le persone prima che di pane si alimentano di attenzione, sguardi, cure, carezze, parole di conforto, prossimità. Se il pane non è condiviso sulla mensa da tutti, si creano distinzioni, rivalità malesseri, fami insaziabili di attenzioni negate. Ogni sazietà invece cresce e si alimenta della benedizione dello stare insieme in una mensa comune, dove il “poco” condiviso da ciascuno diventa il pane per tutti. 

Un giorno stavo mangiando la pizza in ristorante e, sull’invito dell’amico di un tavolo accanto,portarono una mega pizza ad una persona che aveva molta fame. Questa dopo un po’ che iniziò a parlare, ne lasciò mezza nel piatto senza terminarla. Allora l’amico che gliela aveva offerta un po’ arrabbiato gli disse: “Ma come? avevi così tanta fame e ora lasci lì mezza pizza?, ho speso il doppio per quel formato!”. Gli rispose: “Ma non hai capito che avevo fame di parlare di me?”.

Di fronte a una necessità, a una fame dell’altro, anche se ne avessimo tutti i mezzi, noi non saremmo in grado di risolvere tutti i problemi, tuttavia possiamo ascoltare la Parola del Signore che ci invita a render Lo presente come pane vivo per condividere il poco che abbiamo. Questo ci rende più audaci ad incontrarli, più attenti e compassionevoli ai veri bisogni degli altri per condividere insieme al “poco”, le nostre tante fami che nascondiamo nella bisaccia.