Per quanto possiamo considerarci piccoli e insignificanti, il Signore si prende cura di noi, non ci lascia mai ed entra con noi anche dentro l’esperienza della morte; possiamo anche cadere a terra, ma lui ci raccoglie.

Accade spesso che gli avvenimenti della vita, non solo i più tragici ma anche quelli più quotidiani, offuschino il volto del Padre. Il lavoro continuo della vita spirituale è quello di convertire l’immagine di Dio che ci portiamo dentro, caratterizzata dal sospetto: la paura che dietro alle promesse del Signore ci sia un inganno rimane latente dentro di noi; siamo invitati a riconoscerla, a darle un nome e a consegnarla al Signore.

Sentiremo rivolto a noi quel «non abbiate paura» che risuona in tutta la bibbia e ci invita ancora oggi ad avere fiducia nel Padre.