C’è un presentimento di fatalità nelle parole di Gesù, che cerca di condividere con i suoi apostoli i timori che riempiono la sua anima: sarà tradito dai suoi amici, consegnato ai suoi nemici, ascolterà la lettura della sua condanna a morte, soffrirà l’ingiustizia, le prese in giro, l’umiliazione, gli insulti, subirà la tortura della frusta e, infine, soffrirà una morte orribile su una croce.

Ma non sembrano ascoltarlo: per loro questa salita verso Gerusalemme non può che essere gloriosa.

La nostra preghiera ci fa spesso chiedere ciò che vogliamo per noi o per i nostri cari, ma forse dovremmo imparare a chiedere semplicemente al Signore Gesù: «Che cosa vuoi? Qual è la tua volontà su di me?».