Dopo l’incontro con alcune persone che vogliono seguirlo, Gesù manda settantadue discepoli ad annunciare il Regno di Dio e li istruisce sul come comportarsi nell’andare alla sua sequela. Per testimoniare il Vangelo non occorre una grande organizzazione, né mezzi economici, né provviste. Si tratta di percorrere le strade come pellegrini poveri, che vanno senza difese o protezioni donando a tutti la pace. Francesco d’Assisi, secondo questa pagina di Vangelo, obbedisce alla lettera alla Parola di Dio, facendo propri anche gli altri insegnamenti di Gesù. A chi incontra, il poverello rivolge il saluto: Il Signore ti dia pace. Accoglie l’ospitalità come dono della Provvidenza rispettando tutti, senza pretendere nulla. L’andare per il mondo disarmati, umili, miti, espone a maltrattamenti di ogni genere, ma chi segue Gesù non cerca alcun vanto che non sia la croce di Gesù. Così nell’andare si prende cura di tutti i bisognosi, gli ammalati, i sofferenti, dicendo: « È vicino a voi il regno di Dio».

Francesco comincia a seguire i passi di Gesù quando si mette a servire i lebbrosi e comprende la logica della croce. Guarda come fratello anche chi lo rifiuta, memore della chiamata di Gesù che chiede al discepolo di annunciare e tutti: il regno di Dio è vicino». Così Francesco afferma che sono nostri amici tutti quelli che ci perseguitano, perché ci rendono simili a Gesù. Diffondere l’annuncio del regno che è in mezzo a noi esclude le preferenze di persone, perché la conversione è sempre possibile a tutti. Come ai settantadue, la gioia nel vedere i fratelli che accolgono la fede rinunciando alle lusinghe del male, dona coraggio per continuare a testimoniare la buona notizia anche a chi non l’accoglie. Chi opera ascoltando le ispirazioni dello Spirito, non deve rallegrarsi per il bene che Dio compie attraverso la sua debolezza, come se gli appartenesse, perché il Bene è Dio ed egli solo lo compie. Per questo, quando i settantadue tornano da Gesù pieni di gioia per le guarigioni nel corpo e nello spirito scaturite dalla loro predicazione, egli li esorta a non gioire per il bene compiuto, ma perché i loro nomi sono scritti nei cieli. Sono infatti in comunione con Dio e con i fratelli che camminano con loro. Francesco che non si impadronisce di nulla ci indica la strada: Restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi, e di tutti rendiamo grazie a lui.