Una crisi che è tempo di Grazia

“La constatazione che l’uomo contemporaneo sembra non avere più la necessità di Dio non è però una cattiva notizia. Può essere, se non una notizia buona, uno scossone che porta noi a riscoprire diversamente il vangelo e la fede. Perché forse non è che non hanno bisogno di Dio, è che non hanno più bisogno di quel Dio che gli stiamo annunciando, ma più radicalmente che vedono vissuto in noi. Ora, la non necessità della fede per essere umani non è solo un dato sociologico del mondo secolarizzato, è anche paradossalmente un dato teologico. Ha cioè a che fare con il volto del Dio di Gesù Cristo. Solo se accetteremo questa conversione di sguardo sapremo fare di questo dato sociologico un aiuto per finirla con un certo tipo di cristianesimo e per cominciare a viverne e testimoniare un altro, culturalmente udibile, vivibile e persino desiderabile”.

 

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