Nel decennio 1640-1650 fu restaurata. L’attuale risale al 1962.
Dell’antica chiesetta rimangono: una statua della “Madonna con il Bambino” del 1480 di marmo dipinto, opera di scultore locale; l’altare barocco del 1743 di artista veneto, di buona fattura per intaglio e armonia di proporzioni e di accostamenti cromatici.
Dedicata alla Madonna, per secoli ha raccolto la devozione mariana delle vallate circostanti ed è stata cantata dal poeta chiampese Giacomo Zanella.
La comunità francescana ha iniziato la sua presenza nel 1867 con alcuni frati che, cacciati da Vicenza in seguito alla soppressione del 1866, trovarono accoglienza presso l’antica Pieve.
Da allora, la presenza francescana si è ampiamente sviluppata, qui il pellegrino può fermarsi per una preghiera e per riconciliarsi con Dio, con i fratelli e con se stesso nel sacramento della penitenza.
Troverà sempre un confessore che lo accoglie, lo ascolta e lo assolve.
La statua dell’Immacolata – in marmo di Carrara – fu scolpita dal Beato, che infuse nel marmo la sua profonda venerazione alla Vergine.
Durante la costruzione della grotta, quando sembrava venir interrotta da contrarietà insormontabili e restare un sogno infranto, il beato Claudio profetizzò: “Questa grotta diventerà un luogo di preghiera e qui verrà tanta gente…”
Inaugurata il 29 Settembre 1935, si può considerare a pieno titolo come “Icona” ovvero una riproduzione che incorpora in se, per fedeltà e precisione d’esecuzione, lo spirito dell’originale.
Ai piedi della Grotta c’è la tomba del Beato Claudio, dove il devoto si ferma a parlare con il beato e sperimentare la sua promessa: “aiuterò e consolerò tutti”.
Il percorso è scandito dalla magnificenza di statue in bronzo a grandezza naturale che invitano alla riflessione. Le opere, volutamente figurative sono state realizzate da sei diversi scultori: p. Nazareno Panzeri, Pierluigi Sopelsa, p. Tito Amodei, fr. Silvio Bottes, Renato Ischia, Franco Biasia, coordinati dall’ing. Ferruccio Zecchin che ha curato il progetto complessivo. All’interno del Santo Sepolcro si trova la copia in bronzo del Cristo Morto scolpito dal Beato Claudio.
La Via Crucis si snoda su un percorso lungo 560 metri in un area di circa 18.000 metri quadrati. Il cammino si svolge all’interno di un magnifico parco botanico che accoglie più di 700 piante di specie diverse. Venticinque gruppi di massi e stalattiti giganti ricordano la ricchezza geologica della Valle del Chiampo.
Il cammino si svolge in una cornice di alberi pregiati dal grande valore simbolico. Nei pressi della prima stazione si trovano alcuni esemplari di Ginko biloba, molto diffusa sopratutto in tempi ben lontani. Alla seconda stazione troviamo dei carpini, molto diffusi sui nostri colli. Proseguendo lungo il cammino si possono ammirare in particolare la varietà di pino domestico, di faggio purpureo, una coppia di querce e liriodendri dalla foglia troncata. Alla sesta stazione incontriamo il cedro dell’Himalaia, albero sacro indiano, e poi l’alloro, l’agrifoglio, la betulla, il pino mugo. Sopra il sepolcro un magnifico esemplare di cedro del Libano. Ricordiamo che proprio con il legno del cedro del Libano fu costruito il Tempio di Salomone.
Infine, avvicinandosi al Sepolcro, sembra quasi di entrare nell’orto degli ulivi. Avvolto da questo suggestivo ambiente, termina l’intenso momento spirituale della Via Crucis.