La vita tutta di Maria è colmata della presenza dello Spirito. Ella è la donna che Dio ha voluto tutta per sé. Attraverso di lei, Dio restituisce all’umanità il volto di come Egli ci ha voluti da sempre, anche nel passaggio definitivo da questo mondo a Lui. Questa festa è anche la nostra festa, perché è una conferma della promessa di risurrezione che il Padre ha fatto in Gesù a ciascuno di noi. Se Dio esiste e ci ama, il nostro futuro è con Lui!
Siamo stati creati per la vita senza fine, e la morte – come noi la viviamo, densa di dolore e di paura – è entrata nel mondo a causa del peccato. Ma nel progetto originale dell’Altissimo il momento in cui corpo e anima dovevano lasciare questa terra aveva una connotazione di transito, non di drammatica fine. Un addormentarsi, una “dormitio”, come i fratelli orientali amano celebrare quella che per noi latini è la solennità dell’Assunzione di Maria al Cielo.
La verità di questo passaggio era ben chiara alle prime comunità di discepoli di Cristo. Essi infatti trasformano le “necropoli” pagane (città dei morti, senza più speranza) in “cimiteri”: la parola indica esattamente quello che in questa festa di grazia celebriamo. I cimiteri sono dei “dormitori”, da dove i defunti si risveglieranno per la vita eterna, nella gloria di Dio.
La chiesa ha definito Maria Immacolata, cioè libera dal peccato, libera di fidarsi ciecamente del Signore, affinché possa essere anche libera di dire di “si” alla proposta che il Signore le fa di diventare madre di Gesù. Inoltre dichiara che, finita questa sua vita, Maria viene assunta alla gloria di Dio in anima e corpo. Dire che viene assunta in anima e corpo è un modo di dire che è sempre lei, come anche noi saremo sempre noi, quando il Signore ci chiamerà a sé. Per questo è festa anche per noi; perché se Gesù è il primo risorto dai morti, Maria è la conferma che non è il primo e l’ultimo, ma che anche noi siamo chiamati a vivere in eterno con Dio, e ad intercedere per i nostri cari.
Ora Maria può vedere Dio, e può essere presente vicina a tutti noi. Guardiamo alla Donna coronata di stelle, per riprendere vigore nel nostro cammino. Guardiamo al volto della fanciulla di Nazareth, così luminoso, per coltivare la certezza che siamo stati creati belli e belli torneremo ad essere in Cristo. Poiché la morte non è l’ultima parola e dopo il transito non vi è il nulla, bensì la Casa dove, oltre al Padre, una Madre tenerissima ci attende.
Maria, prega per noi, affinché possiamo prepararci bene a questo futuro vivendo da risorti nell’oggi.