Papa Francesco, nell’Enciclica Laudato si’, ci invita a guardare l’universo non solo come un oggetto da studiare o sfruttare, ma come un mistero che rivela un progetto d’amore. Heschel, in *L’uomo non è solo*, sottolinea che il pericolo per l’umanità non è la mancanza di informazione, ma di apprezzamento: la felicità nasce dalla capacità di meravigliarsi, elemento essenziale per abitare la terra con sapienza. Questo richiede un rapporto basato sul dono e sul compito di “coltivare e custodire” il creato affidatoci da Dio.

 

 

Riscoprire la bellezza del mondo, come descritta nella Genesi, implica un atteggiamento contemplativo e rispettoso, che contrasta con l’approccio predatorio. Solo accostandoci con stupore alla natura possiamo superare logiche di sfruttamento e sviluppare una relazione di cura e sobrietà. La povertà di San Francesco, citata nell’enciclica, non è un semplice ascetismo, ma una rinuncia radicale a considerare la realtà come oggetto di dominio, promuovendo invece un linguaggio di fraternità e bellezza.