“Mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste” (At 2,1).
“Mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste” (At 2,1).La Pentecoste è un giorno di compimento. In Gesù tutto è compiuto con la sua morte e risurrezione, ma in noi questo compiersi si attua nel tempo. Lo Spirito Santo che viene ad abitare in noi, gradualmente, piano piano, ma efficacemente compie questa trasformazione in noi, affinché la Pasqua porti in noi frutti di vita nuova.
Non avviene tutto subito. Esige un’intera vita, ci vuole pazienza e gradualità, senza arrendersi alle resistenze che ci possono essere in ciascuno di noi. Lo Spirito rimane con noi per condurci verso la pienezza, finchè non abbia compiuto in noi l’intera sua opera.
Lo Spirito viene chiamato Paraclito che traduce il latino ”advocatus”, cioè avvocato, colui che cammina vicino a noi, perché ci assiste. Quindi è persona. Lo Spirito non è una forza di Dio, l’energia di Dio, una qualità di Dio, ma è persona. Implica quindi tutta la relazione con una persona. É lui che parla, che ispira, che accompagna, incoraggia. Tutta la vita spirituale è guidata sostenuta e suscitata dallo Spirito Santo.
Lo Spirito ci fa vivere un cammino che è un vero esodo: il passaggio dall’essere schiavi, all’essere figli. S. Paolo descrive questo cammino con immagini diverse: come il passaggio dall’essere debitori della carne, o lasciarsi dominare dalla carne, al diventare docili allo Spirito, lasciandoci guidare da Lui. Quando Paolo dice “carne” o “opere della carne”, non intende i peccati carnali o altri vizi legati al nostro corpo o a un esercizio sbagliato della nostra sessualità. Per Paolo l’uomo carnale è la persona che rimane prigioniera di se stessa, cerca di piacere a se stessa, inseguendo i propri bisogni, le proprie aspirazioni, confida nelle proprie risorse. Lo Spirito, invece, ci fa uscire da noi stessi per condurci alla bellezza delle relazioni. Ci rende figli, fratelli e sorelle. Ci dona lingue nuove di comunione e sono le lingue della gratuità e della carità. Solo nella gratuità e nella carità gettiamo via le catene esteriori che possono opprimerci, sia quelle interiori che ci incatenano a noi stessi.
Il compimento della Pasqua è il compimento della gratuità e della carità di Dio in noi, affinchè anche noi possiamo vivere nella gratuità e carità, cioè nella libertà dei figli!
Sorelle Clarisse Monastero Porto Viro