A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male”. Lc 6,27-28

Questa domenica il vangelo ci porta al cuore del messaggio del Signore Gesù; l’amore per i nemici, per coloro che ci odiano e ci fanno del male. Un messaggio che se guardiamo la realtà che ci circonda e quanto sta accadendo in questi giorni non vediamo!

Amare quelli che ci odiano, benedire chi ci maledice, pregare per chi ci tratta male, dare a chi prende le tue cose senza chiederle indietro! Chi può proclamare queste parole intrise di Amore e di totale gratuità? Tre volte il vangelo ripete: se amate quelli che vi amano quale gratitudine vi è dovuta? Se fate del bene a chi vi fa del bene quale gratitudine vi è dovuta? Se prestate a coloro da cu sperate ricevere quale gratitudine vi è dovuta? E se gratitudine significa grazia, gratuità, amore dato senza pretendere di ricevere, come può essere dovuta?

Solo Dio è fonte di vera carità, di grazia, di totale gratuità. “Dio ha tanto amato il mondo da donare suo Figlio” il Figlio è la manifestazione della totale gratuità dell’Amore del Padre e solo entrando nel circolo dell’Amore Trinitario ravviviamo e viviamo in noi il dono dell’Amore gratuito che è nei nostri cuori.

Possiamo essere capaci di amore gratuito, di amare chi ci fa del male, che ci toglie le nostre cose e fare del bene senza riceverne il contraccambio, perché viviamo in quell’amore materno di Dio che è totale accoglienza e misericordia, un amore incondizionato che ama senza misura e senza calcolo. E la misura con cui misurate sarà misurato a voi in cambio, l’abbondanza del dono ricevuto ci porti a donare senza misura come figli dell’Altissimo.

Clarisse Monastero Porto Viro

Amerai i tuoi nemici. Amerai, tu per primo, non per rispondere ad un amore, ma per anticiparlo. Amerai senza aspettarti null’altro che l’amore stesso. Amerai perfino l’inamabile. Come fa Dio.

Nell’equilibrio del dare e dell’avere, nell’illusorio pareggio contabile dell’amore, Gesù introduce il disequilibrio: «Date; magnificamente, dissennatamente date; pregate, porgete, benedite, prestate, fate, per primi, in perdita, ad amici e nemici».

«È impossibile amare i nemici», assicura il padre della moderna psicologia, Freud. A questa sapienza della terra, il discepolo ribatte: È impossibile, quindi lo farò. Perché nulla è impossibile presso Dio (Lc 1,37). Se tutti amassero i loro nemici, non ci sarebbero più nemici. Se tutti porgessero l’altra guancia non ci sarebbero più guance da colpire.

«Porgi l’altra guancia»: abbassa le difese, sii disarmato, non incutere paura, mostra che non hai nulla da difendere neppure te stesso, e l’altro capirà l’assurdo di esserti nemico. «Porgi l’altra guancia». Non la passività morbosa di chi non sa reagire, ma una precisa iniziativa: non chiudere, riallaccia la relazione, fa’ tu per primo un primo passo, perdonando, ricominciando, amando senza aspettare d’essere riamato. Amore fattivo, quello di Gesù, amore di mani, di tuniche, di prestiti, di verbi concreti. Amore non c’è senza un «fare».

«All’inizio, Dio disse a Caino: Cosa hai fatto di tuo fratello Abele? Nell’ultimo giorno, dirà ad Abele: Cosa hai fatto di tuo fratello Caino?» (Berdiaev). Abele risorgerà non per la vendetta, ma per custodire Caino. La terra sarà nuova quando le vittime si prenderanno cura dei carnefici. Fino a cambiarne il cuore. L’amore è «ricreatore». Quando Abele si farà prossimo al suo uccisore, allora il Regno di Dio sarà davvero prossimo ad ogni cuore d’uomo.

Gesù non convoca eroi nel suo regno, non uomini di fuoco e roccia, ma ogni uomo vero. Infatti: «ciò che volete per voi, fatelo voi agli altri». Prodigiosa semplificazione della legge: io imparerò ciò che devo fare ascoltando il mio desiderio. E ciò che desidero per me è questo: voglio essere amato, e che qualcuno mi benedica, e che si preghi per me; voglio che mi sia reso bene per male e poter contare sul mantello di un amico; voglio che si abbia fiducia in me e mi si perdoni ancora; che mi si incoraggi, si abbia in stima ciò che ho di buono e come cosa di poco conto ciò che ho di cattivo. Questo voglio per me, questo cercherò di dare agli altri. Sarà il cammino della mia perfezione. Legge che allarga il cuore, verità dell’uomo e verità di Dio.

Ermes Ronchi