“alzate le mani, li benedisse”. Lc. 24,50

L’Ascensione di Gesù è narrata dall’evangelista Luca due volte: come conclusione del Vangelo (è l’ultima apparizione del Risorto), e come inizio degli Atti (è il tempo della Chiesa, chiamata alla testimonianza e all’annuncio).

Gesù che sale al Padre, non ci abbandona, ma ci prepara un posto nella gloria. La sua Ascensione al Cielo non segna un distacco, ma un nuovo inizio.

Gesù continua ad essere presente in mezzo a noi attraverso il dono dello Spirito Santo. La sua Presenza non sarà più fisica, ma Egli continua a guidarci: è il Mosè che intercede per i suoi che sono nella lotta. La sua distanza non è assenza, non è separazione, ma comunione. In Lui la nostra umanità entra in Dio, stiamo come figli davanti alla Presenza del Padre. Noi troviamo aperta la via al Cielo, attraverso Gesù, nostra Via vivente.

La festa dell’Ascensione è un invito alla speranza, infatti questo andare di Gesù al Padre, non è un abbandono, non è una perdita, perché andando al Padre, Gesù ci manda la pienezza dello Spirito Santo.

Il Signore sale al Cielo benedicendo: è l’ultima immagine di Sé che Gesù ci lascia: “Alzate le mani, li benedisse “. Le sue mani ormai sono sempre alzate al Padre, sono stese per sempre su di noi.

Questa Benedizione del Risorto s’irradia in tutto il tempo e in tutto lo spazio fino a noi e raggiunge ogni realtà. La sua Benedizione raggiunge tutti come dono, come sorgente di vita nuova, ci riveste di potenza dall’alto, perché possiamo compiere anche noi il suo stesso cammino e per renderci testimoni coraggiosi del Vangelo, con le parole e le opere.

Gesto prolungato, continuato, non frettoloso, verbo espresso all’imperfetto per indicare una benedizione mai terminata, in-finita; lunga benedizione che galleggia alta sul mondo e vicinissima a me! 

Luca conclude il suo Vangelo con l’immagine di una Comunità che adora e prega nella gioia, che si lascia trasformare dalla sua Parola e che attinge da qui la fortezza nella professione della fede.

La solennità di questa domenica, non ci lasci tristezza, ma alimenti la certezza che la compagnia di Gesù non verrà mai meno. Il Signore è vicino ad ognuno di noi.

Sorelle Clarisse Monastero Porto Viro