“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” Gv 14,23
In queste domeniche comprendiamo che la Pasqua di Gesù è carica di promesse, di frutti e ci dona un bene grandissimo, straordinario: rimanere nel suo amore. Ci è promesso di rimanere nel suo amore e di consentire al suo amore di dimorare in noi, fino a diventare noi stessi dimora di Dio. Chiara lo dice benedicendo le sue Sorelle: “Il Signore sia sempre con voi e faccia che voi siate sempre con Lui”.
Rimane nell’Amore chi cerca l’Amato, chi lo ascolta accogliendolo. “Se uno mi ama, osserverà la mia Parola”. Chi ama osserva la Parola, la custodisce. Tutto ciò non viene dalla nostra volontà e dal nostro impegno, ma è Gesù stesso che si dona attraverso la Parola “del Padre che lo ha mandato”. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Ci prepara un posto, ma allo stesso tempo ci rende capaci di ospitare la visita di Dio. Siamo noi a divenire luogo di Dio! Gesù ci prepara un posto facendo di noi il posto, la dimora dell’amore trinitario, il tempio della sua gloria.
Un’altra promessa, fatta dal Maestro, è quella del dono dello Spirito Santo mandato dal Padre, in sintonia piena con Gesù stesso, come Lui, rimarrà con noi, sempre, per “insegnare ogni cosa e ricordare” quanto Gesù ha detto, per introdurci “nella verità tutta intera”. Lo Spirito di Gesù, che opera in noi, è la vera forza che ci rende testimoni del Risorto, che ci rende uomini e donne Pasquali. Il brano evangelico, poi, si conclude con l’augurio di pace che Gesù rivolge ai suoi: “vi lascio la pace, vi dò la mia pace, non come la dà il mondo”. Non si tratta di un semplice augurio, ma la pace di Gesù è dono, promessa che viene da Dio. La pace che Gesù lascia ai discepoli è autentica, è la pienezza di vita e la comunione tra Dio e gli uomini, è presenza dello Spirito in noi.
La Liturgia, dunque, sembra volerci condurre non solo nel Cenacolo, ma dentro la nostra stessa vita, al cuore delle sue paure, dei suoi smarrimenti, della sua incredulità, dove possiamo sperimentare l’efficacia della Pasqua in noi. La nostra esistenza personale, quella delle nostre comunità, è già dimora di Dio, nella quale può abitare quella luce, delicata e discreta, che ci offre la possibilità di vedere e di giudicare, in modo nuovo, le cose di sempre. Rimanendo nel mondo, dimoriamo altrove, in quell’amore di Gesù che si manifesta misteriosamente nel Segreto della nostra vita.
Clarisse Monastero Porto Viro