Ieri la parola ci ha invitato ad ascoltare i nostri smarrimenti e a presentarli al Signore come supplica che, dal profondo di noi, invoca e accoglie la salvezza; oggi ci sprona a uscire da noi stessi e a farci annunciatori, proclamatori di questa stessa lieta notizia.
Nel nostro «qui e ora» la presenza di Dio trasfigura l’esistenza, come un raggio di luce che illumina il buio di una stanza… da dentro! Sì, come il risorto, anche la grazia entra a porte chiuse! È proprio questa la lieta notizia da annunciare a tutti, a questa Gerusalemme – città di pace – che è il nostro mondo: Dio ci ama non perché abbiamo fatto qualcosa per renderci amabili, ma perché è amore e non può fare a meno di amarci e salvarci.
Lasciamoci amare e non stanchiamoci di annunciare l’amore!