La mia povera mano! Da quando per la febbre ero stata costretta sul mio lettuccio, l’avevo sentita diventare sempre più calda, mentre il malessere aumentava. Poi mi ero ritrovata come in un sogno: una notte stellata, con un grande silenzio, dove non udivo più le voci e i singhiozzi dei miei cari, con la mano che non scottava più, anzi era diventata sempre più fredda.

Stavo cominciando ad aver paura, quando all’improvviso la mia mano ormai gelida ha sentito la stretta di un’altra, calda e forte, ed ho sentito una voce che mi ordinava di alzarmi. Ho spalancato gli occhi: la stanza era piena di luce, papà e mamma avevano la sorpresa e la gioia dipinte sul volto rigato di lacrime, e davanti a me quel signore che mi aveva preso la mano.

E mi ha rimesso in piedi tornata sana: che bravo signore!