Era shabbat quel giorno d’estate; all’alba, seduti accanto a Gesù, l’avevamo ascoltato come sempre rapiti dalle sue parole.

Era il giorno del riposo, giorno santo del Santo, tempo per gioire e lodare il Signore. Eravamo con lui: come non inebriarci di sole e brezza, correndo tra le spighe, godendo dei loro frutti? I nostri corpi di creature nuove in un mondo come appena ricreato dalla sua parola: uomini nuovi, che lodano il creatore nell’armonia del mondo. La legge è per l’uomo, non l’uomo per la legge, ci aveva spiegato; perché la legge di Dio vuole aiutare l’uomo a riscoprirsi libero di lodarlo, felice d’essere sua creatura, ma se perde il suo senso diviene catena e fardello.

Non fuori, ma dentro al cuore nasce tutto, l’amore o l’intenzione malvagia. Un’osservanza formale è priva di senso e vuota, senza la sapienza dell’amore.