Salire un monte è sempre, nella scrittura, immagine di un percorso spirituale. Si fa fatica, ma l’aria diventa più pura, l’entusiasmo e la bellezza del panorama ci ripagano di tutto.

Se poi siamo consapevoli che ci stiamo avvicinando alla città di Dio, del Dio vivente che ci aspetta per condividere con noi questa vita, nessuno sforzo sarà eccessivo, nessuna stanchezza potrà scoraggiarci.

Siamo già vicini, non è una meta irraggiungibile; altrimenti Dio non ci avrebbe illusi: sa che siamo fragili, ma continua ad avere fiducia nelle nostre possibilità, nel nostro coraggio, nella nostra capacità di capire dov’è la vera gioia e quanto valga la pena continuare a salire.

Finché non ci troveremo già lì, abbracciati alla roccia più alta, alla nostra roccia sicura che è l’incontro appassionato con Dio.