Il trionfo apostolico inebria i discepoli, ma la loro gioia non può fondarsi solo sulla sconfitta del male. Gesù li invita a considerare a quale grazia sono stati chiamati: essere partecipi della comunione tra il Padre e il Figlio, perché a loro il Figlio di Dio si è rivelato.
A loro che sono i piccoli, non dotti, non sapienti eppure capaci di accogliere il Cristo. Forse proprio per questo: perché non hanno la mente piena di dottrine elaborate dagli uomini, ma lontane dalla verità di Dio. I piccoli non sono solo gli ultimi, gli indifesi, ma anche chi con fiducia si lascia toccare dalla presenza del Signore e offre la sua vita per il vangelo.
Solo così si entra nella beatitudine, perché si vede e si ascolta il Figlio. Solo così il proprio nome può essere scritto nei cieli.